Intolleranze Alimentari
Il
tema delle reazioni avverse ai cibi è un argomento del tutto sottovalutato e
misconosciuto. Molta confusione è stata fatta attorno a questa tematica dando
definizioni che, spesso, confondono il concetto fra il fenomeno delle Intolleranze
Alimentari con le Allergie.
La
Società Statunitense di Allergologia definisce le Reazioni Avverse ai Cibi (AFR Adverse
Food Reaction) come segue:
– Reazioni Allergiche propriamente dette
(Food Allergy) determinate da meccanismi immunologici e genericamente
dose-dipendenti;
– Reazioni da Intolleranza che
a loro volta si suddividono in:
• Reazioni Pseudoallergiche
(Pseudo-Allergic Reactions=PAR) spesso dose-dipendenti, in cui
operano meccanismi extraimmunologici; ad esempio, rientrano nelle PAR le
sindromi reattive da additivi alimentari;
• Reazioni da alterazione del metabolismo del
trasporto dei carboidrati o degli aminoacidi (ad es. deficit di lattasi, di
saccarasi-isomaltasi, di fruttosio-1-fosfato-aldolasi, ecc.).
Le
AFR sono state suddivise in:
–
Reazioni tossiche: da contaminanti microbici o ambientali, sostanze tossiche
naturali, sostanze chimiche agro-alimentari, micotossine, pesticidi, ecc.
– Reazioni non-tossiche e
sono distinte in:
• Immunologiche (IgE
mediate e non IgE mediate)
• Non Immunologiche o da Intolleranza cioè
da Ipersensibilità (enzimatica, farmacologica o non definita).
Le
Reazioni Allergiche Alimentari sono reazioni più note e documentate dal punto
di vista clinico e la loro presenza sono evidenziabili anche attraverso analisi
quantitative. Per esempio:
–
PRIST: test ematico per il dosaggio delle IgE totali
–
RAST: test ematico per il dosaggio delle IgE specifiche
–
Indagini in vitro: consistono in prelievi di sangue al fine di dosare le
Immunoglobuline IgE. Ve ne sono differenti tipi come la radio Immunologia e il
Rast ed altre meno usate come Elisa, fast, Mast. La tecnica maggiormente
utilizzata è il Rast (Radio Allergo Adsorbimento)
–
Le PROVE CUTANEE: consistono nell’introduzione nel derma della persona di
allergeni. Si possono effettuare con il metodo della INTRADERMO (inoculazione
di piccole quantità di allergene al di sotto della pelle); PRICK TEST che
consiste nell’applicazione di una goccia di allergene sulla cute cui segue un
piccolo sollevamento dello strato superficiale tramite lancetta monouso ed
infine lo SCRATCH TEST in cui vengono depositati gli allergeni sulla cute, di
solito dell’avambraccio o la schiena, previa scarificazione della cute stessa.
–
TEST PROVOCATIVI: vengono instillati/inalati i vari allergeni nelle mucose
congiuntivali, nasali e bronchiali
Se
l’allergia alimentare può essere diagnosticata con più facilità, quando la
reazione non è dovuta ad un meccanismo immunologico ma da Intolleranza, la
diagnosi si presenta più complessa.
In
Italia, oggi, stiamo assistendo ad un incremento progressivo del fenomeno. Le
intolleranze Alimentari dipendono, infatti, dalle abitudini alimentari e, di
conseguenza, variano da paese a paese.
Le
statistiche confermano che molte Intolleranze insorgono già nell’infanzia.
DIFFERENZE fra ALLERGIE ed
INTOLLERANZE
1-
La problematica dell’allergia colpisce solo il 1-2 persone su 10, mentre le
intolleranze è n fenomeno più diffuso: 5-6 persone su 10;
2-
Le allergie riguardano gli alimenti assunti sporadicamente, mentre le Intolleranze
riguardano alimenti che si assumono quotidianamente, anche una o due volte in
un giorno;
3-
Nelle allergie si presenta una reazione istantanea a cibi ingeriti
saltuariamente (per esempio l’orticaria dopo assunzione di fragole;
l’angioedema delle mucose dopo aver assunto i crostacei), mentre nelle
Intolleranze si hanno reazioni non immediate ma che si possono verificare fino
a 72 ore dopo e quindi definite croniche, si manifestano a seguito
dell’ingestione di cibi quotidiani o comuni quali: latte, grano, pomodoro, ecc.
4-
Nelle allergie vi è un eccesso di IgE, mentre nelle Intolleranze non si produce
anticorpi IgE
5-
Nelle Intolleranze alimentari sono frequenti reazioni trasversali
(Cross-Reation) fra alimenti della medesima famiglia o gruppo biologico;
fenomeno che non si verifica nelle allergie
6-
La quantità: nelle allergie Ig-E mediate sono sufficienti piccolissime quantità
di allergene per scatenare la reazione; nelle Intolleranze il fenomeno è
cumulativo e progressivo
7-
Il tipo di alimento: nelle allergie uno o un gruppo di alimenti; nelle
Intolleranze possono intervenire diverse classi alimentari
8-
L’età: soffrono maggiormente di allergie i bambini, mentre di Intolleranze gli
adulti
9-
La percezione: l’allergia è ben nota e l’effetto sempre spiacevole; nelle
Intolleranze ha segni e sintomi vaghi, poco chiari e spesso induce piacere per
la liberazione delle endorfine.
PRINCIPALI SINTOMI da
INTOLLERANZE ALIMENTARI
Le
Intolleranze Alimentari possono provocare in modo diretto o indiretto alterazioni
a carico di qualsiasi organo, apparato, sistema del nostro organismo.
La
scelta dell’organo bersaglio, cioè quello più debole rispetto altri, dipende da
cause differenti fra cui predisposizione genetica, squilibri energetici,
traumi.
I
sintomi si possono manifestare a carico di:
– Apparato gastrointestinale:
meteorismo, eruttazioni, diarrea, nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo,
gastralgie, colite, sindrome del colon irritabile, dispepsia, sensazione di
pesantezza, dolori addominali, malassorbimento, malattie infiammatorie
intestinali, appetito ridotto o aumentato, crampi.
– Sistema respiratorio:
riniti, sinusiti, bronchiti, asma, tosse, difficoltà di respirazione, tendenza
a ripetere forme infettive, faringite o laringite, raucedine, poliposi nasale e
sinusale, russamento (roncopatia), ostruzione nasale, olfatto ridotto o
aumentato.
– Cute: Eruzioni
cutanee, eczema, orticaria, acne, dermatiti, prurito cutaneo, ritenzione idrica
e linfedema, eritema solare; il controllo delle intolleranze alimentari può
essere di aiuto anche nella riduzione delle reazioni tipiche della psoriasi e
della dermatite atopica.
– Sistema nervoso:
Cefalea ed emicrania, astenia, difficoltà di concentrazione, torpore mentale,
sonnolenza, vertigini, affaticamento, sbalzi d’umore, sindrome da stanchezza
cronica, alcune forme di insonnia, manifestazioni epilettiche con aura; in
relazione a studi recenti che coinvolgono la neurochimica cerebrale, anche
aspetti nevrotici, tendenza depressiva, ansia, iperattività e altri sintomi classica-
mente neurologici oggi possono essere aiutati anche da un controllo alimentare.
– Apparato genito-urinario:
Cistiti, vaginiti, infezioni, sterilità, dismenorrea, candidosi, cistiti
abatteriche (quelle in cui non sembra esserci alcun batterio responsabile),
ripetizione di queste patologie, enuresi, mestruazioni abbondanti o dolorose o
irregolari, endometriosi (in cui può essere concausale), supporto alla
fecondazione assistita, controllo di alcune delle condizioni patologiche della
gravidanza.
– Sistema muscolare e articolare:
Artrite reumatoide, mialgie, crampi, tendenza agli strappi, dolori articolari,
artriti in genere, comprese quelle reattive e psoriasiche, spasmi, tremore,
rigidità muscolare.
– Metabolismo, diabete e obesità:
c’è relazione tra Intolleranza alimentare e sovrappeso. Controllando
l’assunzione degli alimenti che generano infiammazione si può ottenere una
riduzione della resistenza insulinica indotta dagli alimenti, una riduzione dei
radicali liberi con effetti a cascata sul metabolismo.
– Altro: edemi,
gonfiore delle palpebre, del volto o delle gengive, congiuntiviti, infezioni
ricorrenti, afte, difficoltà di deglutizione, ronzio auricolare, perdita di
udito, aumentata sensibilità ai suoni, angina, palpitazioni, tachicardia,
infiammazioni venose o arteriose, vasculiti, anemia, leucopenia, riduzione
delle piastrine. È ormai sicuro che l’interferenza sul sistema immunitario
possa contribuire alla nascita di molte malattie autoimmuni o reumatologiche
quali artrite reumatoide, crioglobulinemia, morbo di Crohn, colite ulcerativa,
LES e alcuni casi di diabete e sindrome di Cushing.
La
presenza di una reazione avversa a un cibo non determina solo malattie, ma
anche condizioni disturbate nel soggetto sano; se infatti parliamo di
sovrappeso, di stanchezza cronica e di performance muscolare sportiva, ci
riferiamo a condizioni non necessariamente patologiche, ma in cui il controllo
dell’ipersensibilità alimentare può portare a sensibili e importanti
miglioramenti. In genere, comunque, qualsiasi disturbo con componente
infiammatoria cronica di cui non si riesca a comprendere l’origine dovrebbe far
pensare anche ha una sottostante infiammazione da cibo.
METODI di ANALISI nelle
INTOLLERANZE ALIMENTARI
I
metodi maggiormente utilizzati sono:
– Cytotest : si
effettua prelevando il sangue del paziente e mettendolo a confronto con una
serie di sostanze alimentari. Si osserva, al microscopio, la reattività cioè il
livello di rigonfiamento dei granulociti (tipo di globuli bianchi) e di altre
cellule del sangue. I risultati vengono classificati su una scala che va da 1 a
4 livelli a seconda della gravità-grado della reazione.
– Dieta a Rotazione
– Dieta di Esclusione
– Test Muscolare Kinesiologico/Riflessologico: si
valuta la variazione della forza muscolare del soggetto a contatto con i
diversi alimenti. Se l’alimento non è tollerato si ha la caduta della forza
muscolare, quindi indebolimento muscolare.
– Test Bioelettronici: tecnica
che si basa sulla misurazione dei punti dell’agopuntura cinese classica.
– BioMetaTest di Terza Generazione: attraverso un campione biologico (capelli, unghie,saliva) si valuta la
risposta della frequenza personale dell’individuo, con la frequenza
informazionale dell’alimento
decretandone la compatibilità e/o
incompatibilità. Non essendoci nessuna interferenza con l’operatore,
trattandosi di un circuito bioelettronico chiuso, il risultato ha una affidabilità del 94%. Risultati verificati e certificati anche da verifiche ASL
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